Come Lavoro

A – Processo Di Lavorazione

(che semplifichiamo al massimo perché complicato da infinite varianti)

La Gonzales, dopo aver creato il Bozzetto in plastilina o creta presso la sua abitazione a Roma oppure in Fregene (RM), lo porta tra Pietrasanta (LU), Carrara o Gambellara (VI) dove si rivolge ad almeno 4 Figure professionali:

1)      Il Formatore di gesso Sirio Navari (Pietrasanta) che realizza lo Stampo-Calco in gesso esterno al bozzetto; apre lo stampo in 2 mezze lune per distoglierne il Bozzetto in plastilina o creta, ne spennella le pareti interne con silicone e le richiude; quindi cola il gesso all’interno dello stampo per ottenere lo stesso bozzetto, stavolta in gesso; questo processo fa si che la G. possa creare più copie delle sue opere e di differenti materiali. Ovviamente la G. dovrà ritoccare il Modello in gesso che dopo questi processi patisce sempre qualche imperfezione, viste anche le forme poliedriche che caratterizzano la sua espressione artistica.

2)      L’artigiano Lorenzo Dal Torrione (Pietrasanta) che, mediante Pantografo, ingrandisce il Modello in gesso come la G. desidera; egli realizza anche il basamento e la struttura interna in tondini di ferro idonea al peso ed alle dimensioni dell’opera. La G. quindi rimodellerà il nuovo Modello Ingrandito perchè sarà certamente alquanto difforme dal Bozzetto originario a causa dei processi di ingrandimento.

3)      Il marmista Carlo Nicoli (Carrara) che, d’accordo con la G., sceglie il blocco di marmo più idoneo in riferimento all’articolazione delle forme del Modello, compresi i sottosquadri. Realizza quindi la scultura in marmo nella maniera più fedele al Modello in gesso. Interviene poi la G. che, mediante una serie di scalpelli inseriti nel martello pneumatico (ad aria compressa), realizzerà la Scultura definitiva. Se di dimensioni monumentali, sarà costretta a lavorare sulla scala appoggiata all’opera.

4)      La fonderia Guastini (Gambellara-VI) che, mediante numerosi processi di lavorazione ed i forni, realizza in bronzo il Modello in gesso. Nei vari processi c’è la realizzazione del Modello in cera (con materiali refrattari all’interno) sul quale la G. deve intervenire per ripristinare le forme originarie che si sono modificate durante i passaggi di stampi. A fusione in bronzo avvenuta (sarà colato nell’intercapedine tra il refrattario interno al modello in cera e quello esterno ad esso, sostituendosi alla cera persa durante la cottura), nuovamente la G. dovrà ritoccare tutte le imperfezioni che il nuovo Modello, stavolta in bronzo, inevitabilmente subisce tra uno stampo e l’altro. I Modelli in bronzo monumentali saranno realizzati in più parti e poi saldati. Segue il lavoro di levigatura sul bronzo grezzo mediante frullini; poi di patinatura, ovvero pitturazione a fuoco con ossidi di diversi colori; infine di cera, data a pennello o spruzzo. La G. sarà presente durante questi ultimi 3 processi e scegliere il look definitivo della sua opera.

B – LOGISTICA DEI TRASFERIMENTI DELLE OPERE

5)      La G. ha creato a Fregene (casello autostrada Maccarese) un Museo ove espone le sue opere insieme ad altri colleghi artisti. Le opere monumentali restano nello spazio espositivo esterno, ca. mezzo ettaro di giardino; quelle più piccole restano nello spazio espositivo interno, ca. 150 mq di locale seminterrato. La G. quindi prende e riporta le sue opere nel Museo ogni volta che vanno in esposizione presso qualche mostra.

6)      Per questi trasferimenti chiama uomini “di fatica” che, utilizzando i muletti e le gru di vari tagli in dotazione al Museo, posizionano le sculture sull’idoneo veicolo scelto in riferimento al volume e peso da trasportare, nonché al luogo di destinazione. La G. nel corso della sua carriera ha infatti acquistato un pick up, aperto e con rollbar (Tata Xenon-Veicolo Commerciale), un camper (furgone ufficio mobile come da Libretto) ed un Rimorchio (con propria targa), oltre ad un’utilitaria a 5 porte ove riesce a stivare le opere più piccole. Il camper le consente un risparmio di tempo e denaro alternativo agli alberghi; ovviamente i veicoli hanno il gancio di traino.

7)      Oltre al Museo di Fregene, la G. ha una Galleria d’arte al centro storico di Pietrasanta (LU) dove espone alcune sue opere, insieme a quadri di artisti vari. La gestisce insieme ad un Gallerista che vive a Pietrasanta e che ha la sua galleria a 50 metri si distanza, la NAG; spesso le opere passano da una galleria all’altra in funzione dei cambi delle opere e degli artisti in mostra. La Galleria è dell’Associazione Terzo Millennio Pianeta Azzurro di cui la G. è Presidente. La stessa associazione promuove, presso il Museo di Fregene, una premiazione annuale a personaggi nell’ambito artistico e culturale fin dagli anni ’80. Per questi motivi la G. è sempre impegnata negli spostamenti delle opere sue e di altri artisti tra le 2 Gallerie a Pietrasanta ed il Museo a Fregene.

8)   Ed è altrettanto impegnata nella gestione dei suoi 3 veicoli e rimorchio come evidente dagli innumerevoli passaggi di casello autostrada a Maccarese-Fregene (esclusi dall’Excel); la G. infatti dopo ogni viaggio va sempre a lasciare il camper, o il pick up o il rimorchio al Museo per riprendere la sua macchina, senz’altro più comoda per circolare dentro Roma. Questi cambi autovetture la costringono a percorrere mediamente 8.000 km all’anno tra la sua abitazione a Roma ed il suo Museo a Fregene.

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